In genere i bambini cominciano a camminare tra i dodici e i diciotto mesi: ecco le tappe della conquista
Di solito un bambino comincia a camminare da solo al compimento del primo anno, ma i tempi variano da un bambino all’altro in un raggio che va dai dieci ai diciotto mesi. Se a diciotto mesi un bambino non sa ancora camminare da solo è necessaria una visita medica per assicurarsi che non abbia niente che glielo impedisce. La capacità di camminare trasforma il bambino da persona totalmente dipendente da chi gli viveva intorno, a una persona che diventa dinamica e attiva. Ora senza aspettare né chiedere nulla a nessuno, è capace di andare a vedere da vicino ciò che lo interessa, si rende conto di poter raggiungere ciò che allora era accessibile solo ai grandi e prende coscienza del proprio corpo. E’ ovvio che non si comincia a camminare da un momento all’altro ma attraverso fasi successive.
L’istinto del camminare si ha già alla nascita: si può dire che la prima fase si verifica quando il bambino ha pochi giorni e, sorretto in posizione verticale da un adulto in modo che con i piedini possano toccare una superficie rigida, allunga le gambine e le punta come se volesse camminare. Sono movimento riflessi, automatici e non si possono modificare e controllare. Questa risposta istintiva sparisce intorno al quattordicesimo giorno di vita del neonato e quella nuova non comparirà prima di diversi mesi ancora.
Successivamente tra i 6 e i 9 mesi, il bambino irrigidisce le gambe nello sforzo di sostenere il proprio peso e sostenuto da un adulto o da un sostegno, raggiunge la posizione eretta. Qualsiasi oggetto di arredamento abbastanza voluminoso e stabile da poterlo aiutare diventa buono per aggrapparsi e per alzarsi in piedi. E’ inevitabile che queste coraggiose, autonome scalate alla posizione eretta finiscano con un capitombolo. Nonostante queste momentanee sconfitte, ricomincia ogni volta ad arrampicarsi finché le gambe non si sono abituate alla strana sensazione di dover essere loro a sostenere tutto il peso del corpo. Molto spesso la fase del camminare è preceduta dal gattonamento, una tappa vitale che contribuisce a rafforzare la muscolatura, soprattutto quella dorsale. Comunque non tutti i bambini si muovono allo stesso modo, con la stessa progressione e nello stesso periodo. Ci sono anche quelli che non attraversano la fase del gattonamento, ma si mettono subito a camminare o quelli che per pigrizia rimandano la “fatica” il più tardi possibile.
Tra i 10 e i 18 mesi il bambino cammina. All’inizio ha ancora bisogno dell’aiuto di un adulto che lo tenga stretto per mano mentre barcollando, compie i primi passi. Ora sa alzarsi in piedi e tenta di camminare spostandosi da una sedia a un divano, dalle gambe di un adulto a un armadio. Poi ogni tanto si rimette seduto. Per lui è un momento di grande eccitazione ma anche un po’ frustante: barcollare e perdere l’equilibrio è un inconveniente che capita di continuo. Dategli tutto il tempo che gli occorre, senza sollecitarlo a stare in piedi e a camminare finché non lo fa da sé. A ogni tentativo i passi sono più fermi e in breve tempo il bambino cammina da solo.
Voi lo potete aiutare mostrandogli la vostra soddisfazione e nell’incoraggiarlo anche nel più timido dei suoi tentativi, perché lui rassicurato, ripeterà l’esperimento. E’ davvero importante eliminare i pericoli in casa, ma una volta fatto questo, non siate in ansia perché può cadere e farsi male, ma lasciatelo provare e non spaventatelo con le vostre paure: imparare a camminare è un tirocinio. Non rialzate il bambino ogni volta che cade perché lo sforzo che fa per alzarsi da solo gli tonifica i muscoli. Inoltre quando fa qualche piccola caduta, urta un mobile o si schiaccia un ditino in una porta, l’esperienza del dolore gli fa prendere coscienza dei suoi limiti e dei pericoli e l’esperienza gli servirà successivamente per girare al largo dal mobile e dalla porta.
Per muovere i primi passi le scarpe sono superflue perché costringono il piede in posizioni rigide. Camminare invece a piedi nudi favorisce la crescita della muscolatura del piede e ne rafforza i legamenti.
Via|Guidagenitori