Le 5 cose che un bambino giapponese e la sua famiglia trovano strane entrando in una scuola elementare italiana.
1)
Non c’è la cerimonia di apertura dell’anno scolastico, che in Giappone viene sempre fatta ed è l’occasione di conoscersi tra alunni, insegnanti e famiglie, nè quella di chiusura.
Al massimo vengono organizzate recite con piccole rappresentazioni teatrali e letture di poesie.
2) Non esiste il classico zainetto standard fornito dalla scuola. Non esistono linee guida da seguire, ognuno sceglie quello che preferisce, di solito optando per modelli rettangolari che hanno come tema i personaggi preferiti dai bambini. Sono molto carini, il problema è che spesso costano davvero molto.
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3) Non ci sono cambi di classe (in Giappone si può cambiare con facilità a seconda delle preferenze del bambino per insegnanti o compagni di scuola).
Al massimo si può manifestare una preferenza PRIMA che inizi l’anno scolastico,parlando con il direttore e chiedendo di mettere il proprio figlio nella stessa classe di un altro bambino, ma non c’è nessuna certezza che le richieste dei genitori vengano accolte.
4) Non ci sono turni di pulizia dell’aula, della mensa e dei bagni svolti dagli alunni, che invece sono di routine in Giappone.
Le pulizie in Italia infatti vengono effettuate da personale esperto assunto appositamente.
Come faranno i bambini a imparare a tenere puliti gli spazi che usano? Si chiedono i genitori giapponesi.
Inoltre nessuna scuola in Italia sembra tenere degli animali. In Giappone invece è la normalità che ci siano degli “animali della scuola” di cui i bambini si prendono cura a turno, a volte anche portandoli a casa.
5) Niente piscina, che invece esiste in tutte le scuole pubbliche in Giappone ed è considerata una materia necessaria.
I giapponesi sono stupiti del fatto che in un paese circondato dall’acqua, dove le vacanze vengono fatte quasi sempre al mare, non venga considerato un insegnamento fondamentale quello di imparare a nuotare.
Chi vuole insegnare a nuotare ai propri figli, in Italia, deve farlo privatamente, ma non è obbligatorio.
Tradotto e adattato da -> Up to you (articolo in giapponese)
Davvero interessante! Le usanze diverse a volte possono essere davvero destabilizzanti, soprattutto quelle italiane viste con occhi giapponesi. Missà che rispetto alle loro scuole partiamo un pochino svantaggiati. Quella sulla piscina non la conoscevo proprio.
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