L’unicorno che aiuta i bambini a non sentirsi diversi

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A chi non piacciono gli unocorni? Con quell’aria magica ed elegante, i bambini ne sono letteralmente affascinati.
E proprio all’unicorno è stato assegnato un compito fondamentale: riuscire a parlare ai bambini di diversità. di malattie rare, di accoglienza.
L’unicorno, così bello, così bianco, così fragile, speciale e magico nello stesso tempo ben si presta a rappresentare chi convive con l’emofilia, malattia congenita ed ereditaria caratterizzata da seri problemi di coagulazione del sangue dovuti alla mancanza o alla carenza dei fattori coagulanti.I bambini affetti da emofilia sono quindi più delicati. Il rischio di emorragie è alto e questo per un bambino, che per natura corre, salta, cade e si graffia… può essere un bel problema.
La ricerca per fortuna ha fatto passi da gigante e ora l’emofilia si cura a casa, con infusioni dei fattori coagulanti che mancano. Ciò vuol dire che i bimbi emofiliaci possono vivere una vita simile a quella dei loro coetanei e che hanno tutti i diritti a essere accettati e di non sentirsi dei “diversi”.
Come far capire a famiglie e bambini che avere i piccoli emofiliaci sono speciali esattamente come tutti gli altri bimbi?Qui entra in campo L’Unicorno, il bellissimo libro edito da Carthusia e il progetto che vede la collaborazione di Carthusia e SOBI nel sensibilizzare bambini e genitori sull’emofilia e sull’accettazione e accoglienza di chi soffre di questa malattia.
il bellissimo libro edito da Carthusia e il progetto che vede la collaborazione di Carthusia e SOBI nel sensibilizzare bambini e genitori sull’emofilia.
Il libro ha visto la luce anche grazie a due associazioni di pazienti coinvolte nel progetto: ACE Milano e FedEmo
Qualche giorno fa sono stata invitata alla presentazione di questo progetto, durante il quale Lella Costa ha letto per noi l’intensa favola dell’Unicorno, una favola che è stata scritta e illustrata pensando ai piccoli unicorni come Dante, Federico e Francesco che abbiamo conosciuto durante la presentazione.
Bimbi come tutti gli altri, vivaci e allegri come tutti gli altri, che, insieme a mamma, papà e fratelli,  hanno imparato a convivere con questa malattia.
Il bello di questo progetto, il bello del pomeriggio passato in compagnia di Lella Costa che ha incantato tutti leggendo la storia dell’Unicorno, è che i protagonisti sono innanzitutto i bambini: i bimbi emofiliaci e i loro compagni, amici, fratelli. A loro, ai bambini, è stato dedicato il pomeriggio. A loro si sono rivolti tutti gli invitati alla presentazione del progetto. Sono i bambini la molla ideale per riuscire ad andare oltre alle paure e alle preoccupazioni che una malattia come l’emofilia può, giustamente, generare.

*Post in collaborazione con Sobi*

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