Molti genitori si stressano ed esauriscono in presenza dei bambini, perché una volta diventati adulti si dimenticano di cosa significa essere dei bambini!
L’infanzia è fatta di risate, grida, pianti, schiamazzi e tanto, tanto rumore.
Spesso però pretendiamo che i nostri figli siano dei piccoli adulti, che sappiano stare seduti e composti a un pranzo che dura due ore, che non schizzino l’acqua fuori dalla vasca perchè abbiamo appena pulito e che camminino mano nella mano tra i negozi invece di correre felici tra lo scivolo e l’altalena.
In questo modo stiamo pretendendo che siano loro ad adattarsi ad una vita adulta fin da subito quando invece dovremmo essere noi, grazie a loro, a riscoprire la bellezza di ritornare bambini.
Tendiamo troppo spesso, proprio perchè frequentiamo con loro luoghi “da grandi”, a reprimere la loro voglia di esplorare, alzare la voce per richiamare la nostra attenzione, gridare di gioia per una cosa divertente e correre liberi. Lo facciamo per timore di disturbare gli altri, di essere guardati male e di trasmettere l’idea di non essere dei bravi genitori.
Ma un bravo genitore non è colui che fa vivere il piccolo in regole strettissime che non gli vanno a genio, ma colui che lo prende per mano e gli da modo di vivere ed esprimere la propria curiosità verso la conoscenza del mondo e le proprie emozioni.
Far questo significa anche fare tanto baccano a volte ma allo stesso tempo dimostra a nostro figlio che ci interessa più il suo bene che parole di disapprovazione pronunciate da sconosciuti.
I bambini rumorosi sono bambini felici, liberi di esprimersi e di vivere l’infanzia colorata e sana così come dovrebbe essere perchè per crescere c’è ancora tempo e più si diventa grandi e più dovranno adattarsi alle regole comuni, ma avendo avuto un trascorso libero diventeranno adulti mentalmente indipendenti, senza la paura di esprimersi o di compiere un passo senza prima aver avuto il consenso da qualcun’altro.
Reprimere fin da piccoli la spontaneità di muoversi, di gridare e anche di piangere li renderà insicuri nell’affrontare il mondo e non gli permetterà di essere se stessi.
Lo stesso pianto non va taciuto ma va ascoltato profondamente e consolato solo dopo averne capito la reale causa con il giusto mezzo.
Tapparlo immediatamente con i mezzi più veloci come dolci, regali e assenzi non lo curerà nel profondo ma lo rimanderà solamente alla prossima situazione. In questo modo non solo il bambino non si sentirà compreso e ascoltato ma imparerà che in questo modo può manipolare il genitore a suo vantaggio.
Perciò non ammutolite i vostri figli trasformandoli in piccoli robot per il terrore che li sgridiate, ma frequentate luoghi dove possono esprimere l’uragano di emozioni che si portano dentro senza doversi vergognare e sentire inadeguati, ma solamente liberi.
Vedrete che in questo modo saranno anche più bravi e tranquilli come volete voi nel momento in cui andate a fare la spesa o una fila alla posta perchè sanno per certo che dopo il “dovere” di alcune faccende il pomeriggio proseguirà al parco o a casa di un amico dove giocano e si divertono, perciò si fideranno della vostra parola che poi li porterete dove più piace a loro.
Post scritto da Sara Massimiani
Per esperienza personale confermo. Entrambi i miei figli venivano lodati per la loro educazione e la capacità di controllarsi in ristoranti od ospitati a casa di altri. Ma vi confermo che a casa sempre con il dovuto rispetto per le cose e le persone, hanno sempre avuto modo di fare i matti, avere i loro spazi, sperimentare e fare le loro pantomime, correre al parco ed arrampicarsi, in libertà insegnadogli che urlare di gioia o di gioco non è necessariamente urlare al massimo del volume possibile…quello lo teniamo per quando si è in pericolo. Insegnandogli che è più bello costruire che distruggere, collaborare che fare gli egoisti. Il pianto, certo, non va taciuto, ma confortato e magari sdrammatizzato, dare troppo spazio anche ai momenti di crisi creerà un meccanismo preferenziale per questi, perchè diventa un modo per accentrare le attenzioni ( e lo sa bene chi ha due fratellini ravvicinati) invece il gioco ed lo sdrammatizzare (ovvio non per eventi traumatici o seri come lutti) diventa un linguaggio comprensibile ai bambini e rassicurante. Insomma trovo si giusto lo spazio di libertà ma anche insegnare l’autocontrollo a seconda delle situazioni. Perchè troppo spesso si vedono bambini confusi da troppa libertà, e genitori in crisi perchè si ritrovano piccoli esseri incontrollabili, in casa e fuori. È lì che bisogna essere bravi a dosare bene limiti e spazi…