Cosa può fare il bambino se l’adulto si sente male e non c’è nessun altro in casa?

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Fin dal primo momento in cui scopriamo di essere in attesa iniziamo a documentarci su tutte quelle curiosità o gesti quotidiani che andremo a condividere con il piccolo, in particolar modo su come prendercene cura ed anche come comportarci in situazioni di pericolo.

Spesso abbiamo parlato dell’importanza della formazione continua tramite corsi di primo soccorso e manovre di disostruzione, perchè abbiamo sempre timore di trovarci impreparati nel caso succeda qualcosa ai nostri figli.

Ma avete mai pensato però che proteggere i nostri figli significa proteggere anche noi stessi?

Cosa succede infatti se siamo noi a sentirci male in presenza dei nostri piccoli e senza nessun altro a cui poter chiedere aiuto?



Capita quasi sempre che un genitore, un nonno, uno zio o una baby sitter siano soli a prendersi cura del bambino, in quel caso cosa può fare il bambino se l’adulto viene colpito da un malore?

Qualche giorno fa ho visto casualmente questo video. Riporta la telefonata di una bambina americana di 4 anni che chiede aiuto per il padre che si è sentito male. Il modo in cui la bambina, nonostante l’età, sappia perfettamente come gestire l’emergenza e collabori con l’operatore mi ha lasciata senza parole e mi ha fatto capire che non è mai troppo presto per essere preparati!

Qui il video


A 4 anni quindi, con una buona padronanza del linguaggio, si può arrivare anche ad un livello del genere, ma già dai 24 mesi è possibile insegnare a un bambino come comportarsi se l’adulto si sente male.

Come preparare un bambino ad una situazione di emergenza

1) Telefono a portata di mano (di bambino)

Il telefono è fondamentale per chiamare aiuto.
Perciò non mettetelo mai in posti troppo difficili per loro da raggiungere.
Ogni tanto chiedete loro di portarvelo, così da allenarli a questa azione ed essere sicuri che in caso non abbiate la possibilità di muovervi (ad esempio siete caduti rompendovi una gamba) loro sappiano prenderlo e portarvelo.

Se invece non siete in grado di parlare perchè avete perduto i sensi, insegnate ai vostri bambini a premere i giusti pulsanti per far partire la chiamata a un numero di emergenza salvato come primo numero utile per dire anche solo semplicemente “AIUTO, MAMMA/PAPA’/NONNO STA MALE”.

Per questo è importante memorizzare anticipatamente il numero per le emergenze come tasto di chiamata rapida.

Già dai 3 anni i bambini sono in grado di chiamare in modo autonomo il numero unico delle emergenze (112 in Italia) e parlare con l’operatore se formati precedentemente.

Attenzione: assicuratevi che conoscano il numero GIUSTO!
Qualche giorno fa ho chiesto a mio figlio “sai che numero chiamare in caso di emergenza?” e lui mi ha risposto “sì! Il 911”.
Purtroppo quello è il numero che sentono sempre nei film americani e potrebbero pensare valga anche qui da noi.
Fategli quindi ripassare spesso a mente il numero 112, valido in tutta europa.

2) Insegnare ad aprire la porta

I soccorritori, una volta arrivati, devono poter trovare la porta aperta. Insegnate ai bambini come aprire la porta di casa e spiegate che, in caso di emergenza, devono ricordarsi di farlo.

3) Chiedere aiuto ai vicini

L’ultima cosa che vorremmo insegnare ai nostri bambini piccoli è di uscire da soli di casa. Ma in caso di vera emergenza, chiedere aiuto ai vicini di casa può salvarvi la vita ed evitare che il bambino resti in casa incustodito con il rischio di mettersi a sua volta in pericolo.

Se vivete in un palazzo quindi, individuate almeno un paio di persone di fiducia a cui vostro figlio può rivolgersi in caso di bisogno.

4) Imparare a memoria il proprio indirizzo di casa

E’ bene che i bambini sappiano dire il proprio indirizzo di casa, la scala e il piano in cui abitano e seguire le indicazioni dell’assistente al telefono, come lasciare aperta la porta, portare con se il telefono e gridare che ha bisogno di aiuto.Tendiamo spesso a voler nascondere il pericolo ai nostri figli, ad intervenire sempre noi per loro su ogni piccola cosa, per proteggerli.
In realtà è rendendoli autonomi che diamo modo non solo a noi ma a loro stessi di proteggersi e di aiutare gli altri.

5) Il gioco come allenamento

Trasformate questo piccolo “corso di primo soccorso” in un gioco, simulando il tutto con giocattoli e bambole, in modo che senza accorgersene (e divertendosi) assimilino le giuste procedure.

6) Insegnate a NON fare

A volte il fare, può essere più rischioso del non fare.
Un bambino che si ritrova improvvisamente da solo in casa, spaventato, preoccupato, confuso… rischia di fare cose molto pericolose sia per se stesso che per noi (magari nel tentativo di aiutarci).
Ecco perché è importante spiegargli che dopo aver fatto tutto ciò che gli abbiamo insegnato (chiamare aiuto, dare indirizzo, aprire la porta) deve mettersi in un posto sicuro e aspettare l’arrivo degli aiuti senza prendere altre iniziative.

7) Disegnate uno schemino

Un ulteriore trucco è quello di disegnare un piccolo schemino riassuntivo di tutto ciò che devono fare e tenerlo in un posto ben visibile e che il bambino sa dove trovare (vicino al telefono, sul frigo).



E la responsabilità cresce giorno dopo giorno, nutrendosi di gesti quotidiani.

Se per esempio vostro figlio si sbuccia il ginocchio, chiedete al fratellino di andare a prendere i cerotti e l’acqua ossigenata nel cassetto. 
Dategli tempo di imparare e provare a comporre un numero di telefono facendogli ascoltare il suono che conferma che la chiamata sia davvero stata inviata. 

Date loro fiducia e vi sorprenderanno!

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