Tempo fa si credeva che i bambini imparassero ad usare gli organi di senso solo dopo la nascita.
Ma oggi, grazie a diversi studi, sappiamo con certezza che già durante la gravidanza il bambino inizia a maturare le proprie capacità sensoriali che gli permettono di orientarsi e avere le prime interazioni con il mondo esterno
.
Il primo senso che si sviluppa è quello del tatto, il feto infatti “sente” attraverso la pelle e a partire dal 6° mese si sviluppa anche l’udito.
Grazie all’udito il bambino è già in grado di percepire la voce della mamma e capire attraverso di essa i suoi stati d’animo, modificando di conseguenza il suo comportamento e il battito cardiaco.
La memoria del pancione: perché parlare al bambino
La memoria è un’altra cosa che non si inizia a sviluppare solo dopo la nascita, ma già durante la gestazione.
Ad esempio i movimenti respiratori, che il feto compie nel grembo materno pur in assenza di ossigeno, gli saranno fondamentali per saper respirare dopo la nascita.
E’ stata dimostrata anche la capacità del feto di riconoscere odori, sapori e suoni.
In particolare la voce della madre ma anche il suo battito cardiaco che infatti, se fatto ascoltare tramite registrazione ai neonati una volta nati, induce loro effetti di rilassamento e un sonno tranquillo.
Alle future mamme si consiglia spesso di parlare spesso al bambino e di leggergli delle favole, questo perché nonostante il bimbo non sia chiaramente in grado di capire il significato delle parole, ha modo di percepire il tembro, l’intensità dei suoni, la musicalità del discorso, iniziando a costruire una comunicazione con la mamma che verrà poi portata avanti dopo la nascita.
Anche la voce del papà però è molto importante.
La voce maschile infatti ha in genere un timbro più basso che nel feto va a risuonare nella metà inferiore del corpo del bambino, influenzando in modo positivo la coordinazione senso-motoria.
Per quanto riguarda i suoni esterni, il futuro nascituro percepisce anche quelli!
La dimostrazione arriva dal fatto che monitorando il battito cardiaco del feto, si è rilevato che questo decellera in presenza di suoni conosciuti, mentre accelera quando si tratta di suoni nuovi.
Questa “memoria” resta anche dopo la nascita, facendo sentire il bambino al sicuro (o comunque meno disturbato) in presenza dei suoni familiari ascoltati quando era nel pancione.
Ad esempio un neonato abituato fin dal pancione a sentir abbaiare un cane, ne sarà meno infastidito di uno che non ha mai sentito quel suono prima della nascita.
Il classico ciondolo “richiama angeli” non è dunque una trovata new age prima di fondamento, ma può avere davvero degli effetti benefici di rilassamento sul bebè.
In generale comunque, è stato osservato che i bimbi nel pancione prediligano suoni dolci e armoniosi.
Ad esempio le musiche di Mozart e Vivaldi causano una decelerazione del battito e quindi un rilassamento, contrariamente a musiche più movimentate e “rock”.
Gusti, odori e movimenti: il bebè li ricorda e ne viene influenzato!
Verrebbe da pensare che, essendo in un ambiente privo di aria, il nascituro non sia in grado di percepire gli odori, ma non è così!
Attraverso il liquido amniotico il bebè riesce a sentire chiaramente i sapori del cibo che mangia la neomamma.
Questo tipo di memoria è utile in fase di allattamento, in quanto il colostro e successivamente il latte materno, conterranno gli stessi odori e sapori percepiti durante il periodo di gestazione, rendendolo quindi più appetibile per lo specifico bambino.
Ecco perché durante i primi mesi bisognerebbe mantenere più o meno lo stesso tipo di alimentazione avuta in gravidanza, altrimenti il latte potrebbe cambiare rapidamente sapore comportando un rifiuto da parte del bambino, che non riesce più a riconoscerlo.
Anche le abitudini di movimento della mamma durante la gravidanza hanno un effetto sul bambino: i figli di mamme che durante la gravidanza hanno avuto una vita sedentaria, mostrano in genere più difficoltà a livello di equilibrio.
Una conseguenza è che questi bambini avranno una probabilità maggiore di soffrire il mal d’auto (problema legato proprio al nostro senso di equilibrio)
Bambini che hanno sperimentato molto il movimento durante la gestazione invece, tenderanno a ricercare quel movimento anche dopo la nascita.
E’ per questo che figli di donne che in gravidanza ballavano o si muovevano molto, tenderanno a voler essere cullati più a lungo.
Questi sono solo alcuni esempi su come ciò che avviene nella vita intrauterina influenzi il carattere e lo sviluppo fuori dal grembo materno e tenere conto di questi fattori può essere davvero molto utile, sia per prevenire determinati comportamenti, sia per spiegarsi il motivo di alcuni atteggiamenti o reazioni del bebè.