Oggi ho avuto occasione di vivere un’esperienza un po’ strana: essere invitata in veste di “blogger”… ad una gita scolastica di Alyssa!
Le attività che la sua classe ha avuto l’opportunità di sperimentare infatti erano troppo interessanti per non essere documentate e divulgate, perciò quando ho ricevuto l’invito da parte della stessa Università Europea di Roma a seguire da vicino questa iniziativa… non ho certo potuto tirarmi indietro!
Quando si impara divertendosi… si impara il doppio!
Volete sapere cosa hanno fatto? Per dirlo in poche parole: “Laboratori di esogeografia”.
Ok ma… che cos’è l’esogeografia? Nient’altro che i principi della geografia… ma applicati allo spazio.
E se vi state chiedendo a cosa serve ad un bambino studiare la geografia spaziale, la risposta è semplice: a rendere più interessante la geografia! Una materia che, insieme alla storia, viene tendenzialmente insegnata in modo tradizionale (che nella lingua dei bambini molto spesso si traduce con “noioso“).
E si sa, quando ci si annoia, si impara anche meno e in modo meno efficiente.
Ma una cosa è certa: la parola “noia” non faceva parte del programma della nostra mattinata all’UER, i cui spazi erano stati adibiti ad aree esperienziali da cui spiccavano visori VR, caschi per la realtà aumentata, mini rover radiocomandati, laboratori di robotica LEGO e “rocce marziane”!
Quella in cui sono stati coinvolti i bambini infatti, non è stata una semplice “visita guidata” ma un’esperienza immersiva, divertente e interattiva, ma non per questo meno istruttiva anzi… tutto il contrario!
I ricordi e le conoscenze che si sono portati a casa, resteranno radicati molto più di qualunque teoria.
Come si sono svolti i laboratori
Appena arrivati i bambini sono stati portati in una vera e propria aula universitaria, nella quale hanno potuto vedere un divertente filmato introduttivo sullo spazio e partecipare alle prime attività:
sono stati suddivisi in gruppi (Alyssa faceva parte del “gruppo mercurio”) ed è stato assegnato loro un “badge ufficiale”.
A questo punto, a rotazione, hanno potuto provare tutti i diversi laboratori
In questo video potete vedere tutto ciò che è stato fatto… più un piccolo extra girato a casa, dove abbiamo utilizzato il nostro visore per la realtà virtuale per ripetere una delle esperienze provate all’università proiettando sulla nostra tv ciò che hanno i bambini “dall’interno”.
Le Esperienze
Le esperienze fatte con il visore per la realtà aumentata sono consistite in:
– Osservazione dello spazio, in cui si potevano osservare le distanze in anni luce dei vari corpi celesti.
– Esplorazione della superficie lunare vivendo in prima persona i passi di Neal Armstrong durante il suo allunaggio
– Visita del suolo marziano, grazie alle immagini fornite dalla missione Curiosity.
Ma oltre ad aver visto in “prima persona” quanto sia vasto lo spazio e quanto siano interessanti le superfici di satelliti e pianeti distantissimi da noi, ai bambini è toccata anche una bella prova pratica, cimentandosi nella costruzione di un braccio robotico!
Tutto questo grazie ai kit di Lego divertenti e facili da assemblare grazie alle istruzioni passo passo (beh, almeno per i bambini… come potete vedere dal video, io sono riuscita a sbagliare comunque 🤣)
Una volta completato, hanno usato il braccio per trasportare in sicurezza delle “rocce lunari” al centro di raccolta!
Il loro lavoro di tecnici però non era ancora finito!
Ad attenderli infatti c’era un indovinello, che una volta risolto ha aperto le porte di un vero e proprio laboratorio attrezzato in cui hanno dovuto ricostruire, a partire dai frammenti, una delle prime foto ravvicinate della Luna… per poi inviare il risultato direttamente alla NASA.
A quel punto era arrivato il momento di mettersi alla guida: manovrando una riproduzione in scala di Curiosity (il rover in esplorazione su Marte) i bambini hanno dovuto seguire il percorso fino ad una roccia marziana che hanno dovuto individuare e fotografare.
L’ultima esperienza, quella più immersiva, è stata la visita alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) grazie all’utilizzo del visore Meta Quest 2 e all’App gratuita i ragazzi si sono potuti muovere liberamente all’interno degli ambienti ricostruiti fedelmente della stazione orbitale ISS, per poi visitare addirittura lo spazio esterno!
Poter ammirare la terra dallo spazio come se fossimo realmente lì è un’emozione veramente unica, fino a poco tempo fa riservata solo agli astronauti ma che oggi, grazie alla tecnologia, possiamo simulare in modo sempre più realistico.
Un’esperienza incredibile che ha anche permesso ai bambini di capire quanto anche il semplice “muoversi” non sia così scontato in assenza di gravità!
Il futuro della didattica che ci piace
Dopo aver sperimentato quanto sia profondo l’impatto che queste esperienze possono lasciare nei bambini (e negli adulti) ho chiesto ai responsabili del progetto se tutto ciò sarà replicato.
La risposta che ho ricevuto mi è decisamente piaciuta! La giornata vissuta dalla classe di Alyssa infatti verrà proposta anche ad altri gruppi scolastici che faranno da “tester” per ciò che è intenzione realizzare nel prossimo futuro: rendere questo tipo di laboratori aperti e fruibili al pubblico!
Tenete dunque d’occhio la sezione news sul sito dell’UER per non perdervi eventuali aggiornamenti!