Una bella storia, che in realtà è una metafora, per spiegare ai bambini perchè a volte qualcuno si comporta male con loro senza motivo e che, quando succede, è perché quelli forti… sono loro!
Tommaso è biondo, sempre allegro e molto curioso. Ha 8 anni e tutti lo chiamano Tommy. Con suo papà Davide ha un rapporto speciale, perché per lui il papà è un esploratore, anche se in realtà fa il geologo, ma si divertono a scoprire il mondo che li circonda e questo è il suo gioco preferito.
Un giorno, però, Tommy torna un po’ pensieroso e triste da scuola, e Davide se ne accorge subito. “Cosa non va Tommy?” gli chiede appena il figlio si siede a tavola per mangiare.
Tommy ci pensa su qualche secondo, osserva il sorriso rassicurante di mamma Susanna, e buttando via un bel respiro racconta che a scuola un ragazzo più grande è stato aggressivo con lui, senza che gli avesse fatto nulla.
“Mi ha detto di levarmi dai piedi” confessa deluso, “ma io non avevo fatto nulla di male e non capisco!” conclude Tommy mentre arrotola gli spaghetti con la forchetta. Davide sorride mentre con uno sguardo d’intesa osserva Susanna. E chiama Destro.
Come chi è destro? Il loro gatto! Un micino dal pelo rossiccio che fa loro compagnia da quando Tommy aveva circa 3 anni. Così Davide accarezza la testa di Destro che ricambia le gradite coccole con un bel miagolio soddisfatto, e racconta a Tommy come hanno trovato il loro amico a quattro zampe.
“Sai dove ho trovato Destro, qualche anno fa?” chiede Davide a Tommy. “Era una sera d’autunno, sarà stato ottobre almeno, perché mi ricordo che volevo delle caldarroste, e trovo un gattino in un angolo. Ma sai che era piccolo?!” continua Davide mentre Tommy, finita la pasta è super attento.
“Lo sentivo miagolare, così seguo la sua voce e lo vedo tutto spelacchiato dietro un’auto. Ma sai come tremava? Un po’ per il freddo e un po’ perché si vedeva che era malconcio!”. Tommy osserva Destro, che ora ha un pelo morbidissimo, sorride e lo prende sulle gambe. Anche se sono a tavola Susanna non dice nulla.
“Allora mi avvicino” prosegue Davide, “e mi accorgo che era ferito, vado per prenderlo e mi da una zampata tremenda!”. Sorride facendo un po’ di scena. Tommy quasi non ci crede! “Anche se era un cucciolo, mi ha fatto due graffi che poi avrebbero dovuto portare me dal dottore!” ride Davide e ride anche Susanna che sa l’esagerazione del marito. “Sai che ho fatto allora?” chiede a Tommy.
“Cosa?” risponde lui. “Mi sono tolto la felpa e l’ho afferrato così, per non farmi graffiare, l’ho messo in auto e l’ho portato dal veterinario a curare. E poi ha curato anche me!” sorride ricordando la faccia del veterinario quando lo vide arrivare.
“Destro non ce l’aveva certo con me” disse seriamente Davide subito dopo, guardando bene Tommy e assicurandosi che lo stesse a sentire con attenzione. “Lui era spaventato, faceva freddo e sicuramente qualche altro uomo lo aveva trattato male.
Aveva paura. E sai cosa succede quando abbiamo paura?” Tommy rimase in silenzio. “Che diventiamo aggressivi, magari anche cattivi, per difenderci. Destro mi ha graffiato perché aveva paura che anche io potessi fargli del male.” Allora Tommy intervenne subito: “Ma tu non faresti mai del male a Destro!”.
“Vero” sorrise Davide guardando il gattino con affetto, “ma lui come faceva a saperlo?”. Tommy annuì. “Quando qualcuno ti tratta male” continuò Davide, “è perché ha paura, e teme che tu, anche tu, possa fargli del male. Lo fa per difendersi.
Non è cattivo, è spaventato. Io non me la sono presa con Destro, capivo che potevo aiutarlo anche se lui mi attaccava, e per me era importante la sua vita, non un piccolo graffio!”. Susanna sorrideva mentre portava via i piatti e aggiunse: “Anche il bambino che ti ha trattato male oggi è come Destro, ha paura e aggredisce gli altri!”.
Tommy non aveva più l’aria delusa, ma era sorridente. “Ricordati però due cose d’ora in poi” aggiunse il papà. “Cosa?” chiese subito attento Tommy.
“Che quando qualcuno tratta male gli altri è sempre per paura. Non devi prendertela con lui, ma capire che lui ha bisogno di te e del tuo amore. Come destro quella sera che l’ho trovato.” Tommy annuiva, e Susanna concluse: “ E la seconda cosa è che tu non centri. Destro ha graffiato papà ma non per qualcosa che lui gli aveva fatto. A te il bambino ha parlato male non per qualcosa che tu avevi fatto.
Non prenderla mai sul personale” proseguì guardando Tommy per assicurarsi che avesse capito il senso di quella frase, “tu non centri, la paura degli altri è una questione tutta loro. Non riguarda te.”
Tommy sorrise, aveva capito che poteva affrontare in modo diverso gli atteggiamenti degli altri, aveva capito che dietro quelli sbagliati c’era sempre qualche paura. E che non era lui il problema.
Davide aggiunse: “E sai cosa fai se trovi un gattino ferito e impaurito, ma non riesci ad aiutarlo perché ti graffia?”. Tommy si fermò a pensare e poi sorridendo, convinto di aver indovinato, rispose: “Chiamo papà!”. Davide e Susanna risero insieme, e il papà concluse: “Sì, chiami papà” “o mamma” interruppe ridendo Susanna, “e chiedi aiuto” riprese subito Davide, “se vedi che non riesci da solo.”
“Aiutare chi è in difficoltà e ha paura è la cosa più bella del mondo e Destro lo sa bene” aggiunse ridendo la mamma, “ma devi essere prudente e quando sai che da solo non riesci, chiedi una mano, così tu non ti graffi” concluse, “ e gli altri hanno il tuo aiuto” terminò il papà facendo scendere Destro dalle gambe di Tommy e passando una mano tra i suoi capelli biondi.
“Ogni volta che vedrai qualcuno che tratta male te o un’altra persona “concluse il papà afferrando un bel pezzo di pane, “ricordati di Destro, di quando l’ho trovato, e immaginati che quella persona sia un gattino dal pelo rossiccio, un po’ spelacchiato, infreddolito e molto impaurito, anche se sembra pronto a mangiarsi il mondo!”.
Il Cantastorie è Giacomo Papasidero
, Mental Coach appassionato di felicità e convinto che l’amore sia il segreto per vivere una vita felice.
Sul suo sito ha creato un Corso che non è un corso: un percorso, un compagno di viaggio che nasce per sostenere tutti in un viaggio che ci porti a diventare più forti dei nostri problemi. Sì, a diventare felici malgrado le difficoltà che dobbiamo affrontare.
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Storia molto bella e significativa