Il Lotus Birth? Una pratica completamente inutile e anche (un po’) rischiosa

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La prima volta che ho sentito parlare di Lotus Birth, ho preso la cosa come prendo tutte le cose che non conosco: con curiosità e beneficio del dubbio.
Per chi non sa di cosa sto parlando, mi riferisco all’usanza di tenere la placenta e il cordone ombelicale attaccati al bambino dopo il parto, finché il tutto non si staccherà da solo, negli stessi tempi in cui normalmente si stacca il moncone del cordone ombelicale.

I benefici che tutto questo dovrebbe portare consistono nel passaggio di cellule staminali e altre sostanze preziose per il bambino. Oltre ad evitare al bambino stesso il “trauma” del taglio del cordone.

Ero scettica sì, ma non sapendo nulla dell’argomento, non escludevo che la cosa potesse essere plausibile.
Certo, non l’avrei mai fatto per il disgusto di portarmi in giro insieme al neonato anche la placenta in putrefazione, ma se a qualcuno questo non creava problemi e in più il tutto sarebbe andato a vantaggio del neonato, tanto meglio!

Foto: @irmasyahrift su Instagram

Peccato che invece sia stato ormai inconfutabilmente dimostrato che questa pratica non ha nessuna valenza scientifica, ma si tratta si un rito “magico” che può avere significato solo per chi crede all’esistenza e al potere di fattori esoterici. Cosa che ognuno è libero di fare… ci sono molti riti che compiamo tutt’oggi sui bambini perché crediamo al loro significato spirituale, religioso o beneaugurante, ma quello che è importante è non confondere spiritualità, superstizione e magia con scienza.

E purtroppo con il Lotus Birth (da non confondere con il taglio ritardato del cordone, che invece ha degli effettivi benefici) è quello che sta avvenendo, facendo passare una pratica hippy, per altro molto recente e che invece viene fatta passare per “pratica antica”, per una cosa basata su studi ed evidenze scientifiche.

Riporto qui le parole del Dr Salvo Di Grazia, medico chirurgo, specialista in ginecologia ed ostetricia, medico ospedaliero. Pubblicate sulla sua pagina Facebook Med Bunker (c’è anche il sito), una pagina di divulgazione scientifica che vi consiglio di seguire, perché ricca di informazioni molto utili, tutte seguite da fonti scientifiche confermate.

“Se ne è parlato in questi giorni perché il fatto è diventato di cronaca. In realtà è una moda (di questo si tratta) che esiste da qualche anno.
Importata dagli Stati Uniti si chiama “Lotus birth” e consiste nella conservazione della placenta e dei suoi annessi (membrane, cordone ombelicale) fino al loro naturale distacco dal neonato, quando normalmente, dopo il parto, si taglia il cordone e queste parti si eliminano perché hanno terminato la loro funzione.

Importante: non bisogna confondere, come fanno alcuni, il “Lotus birth” con il taglio (o “clampaggio”, cioè chiusura) ritardato del cordone. Attendere qualche minuto prima di tagliare definitivamente il cordone ha dei benefici ed è una pratica riconosciuta scientificamente.
Al contrario non ha nessun beneficio né significato medico lasciare attaccata al neonato la placenta. Il sangue che dalla placenta, attraverso il cordone, raggiunge il feto (e poi il neonato) è ricco di sostanze e ossigeno e naturalmente, alla nascita, termina la sua funzione. Per pochi minuti ci sarà altro sangue che scorrerà verso il nuovo nato e questo può essere utile per le sue riserve di ferro e sostanze nutritive, poi il cordone ombelicale si “chiude” per sempre perché le sue pareti si “incollano” e il sangue si coagula, da quel momento il neonato vive nel mondo, non nell’utero.
Lasciare la placenta attaccata al neonato, quindi, non ha nessuna funzione né nutritiva né logica.
Si tratta di un semplice rito esoterico che si basa su superstizioni senza basi, basta visitare un sito che lo pubblicizza per comprendere che si basa solo su magia e credenze non mediche. Non procura nessun beneficio al neonato ma anzi lo espone a qualche (raro) rischio (sembra aumentata la possibilità di ittero neonatale e c’è un aumento di rischio di infezione). A questo si aggiunge la “scomodità” nel gestire quella parte “in più”.
Dopo alcuni giorni la placenta (che è ormai un tessuto in putrefazione) si staccherà da sola. Ovviamente ognuno può dare alla placenta il significato che vuole, come anche il valore o l’importanza che preferisce, io devo limitarmi all’aspetto scientifico, ai dati medici ed a ciò che sappiamo.

Fermo restando che ognuno dovrebbe fare ciò che vuole del suo corpo (forse un po’ di meno del corpo del proprio figlio), credo sia importante sapere che così si trasforma un fatto fisiologico come la nascita in un rito magico senza utilità al quale però ognuno può dare il significato che vuole e quindi può decidere in base a questo.”

Perciò il punto è questo: se volete praticare il Lotus Birth perchè credere al potere spirituale di questo rito e ci vedete qualcosa di “romantico”, va bene. Qualche rischio in più per il bambino c’è, ma sono rischi effettivamente bassi e accettabili.

Se però volete farlo perchè credete che tutto ciò si basi su studi scientifici e che questo comporterà dei benefici comprovati per il bambino, lasciate perdere e non fatevi fregare da chi vuole convincervi del contrario.

Pubblicazioni scientifiche:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27423760
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28882580

Articolo di UPPA sul Lotus Birth:
https://www.uppa.it/nascere/gravidanza-e-parto/lotus-birth/

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