Io sono un’inseguitrice di pace.
Nel senso che la inseguo, ma poi raramente la raggiungo.
Forse è per questo che adoro tanto fare foto ai momenti in famiglia, è un modo per me di provare a raccogliere e preservare tutti i piccoli, bellissimi ma fugaci attimi vissuti insieme. Un modo per aggrapparmi a loro, così da poter guardare indietro le volte che ho bisogno di ritrovare quella sensazione di pace.
A volte ho la sensazione di non arrivare mai al momento in cui posso fermarmi, riposarmi, gustarmi il presente. La mia mente tende a pensare “mi fermo dopo aver finito questa cosa” ma poi ne trovo un’altra da fare e rimando ancora. Oppure, sul lungo termine “appena passa questo periodo potrò rallentare” ma poi inizia un altro periodo che mi porta a rimandare ancora e ancora, inseguendo sempre un nuovo traguardo, immaginando un premio finale ad attendermi dopo la fatica.
Ci sono momenti in cui mi sembra di sbagliare tutto, di non fare abbastanza, di non esserci abbastanza e di non concludere niente!
A quel punto riguardo quelle foto, quegli attimi fermati e impressi nel tempo. I bambini che ballano in mezzo ad una stanza d’albergo o che mi salutano da sopra la giostra, le gite in famiglia con la macchina stracolma, le serate tutti insieme sul divano a guardare un film, il tavolo pieno di fogli a acquerelli, la felicità per una sorpresa, Daniel che dorme nel suo letto con il gatto ai suoi piedi, Alyssa che raccoglie rametti in un prato, io e mio marito che ci facciamo un selfie scemo con una di quelle app che modificano la faccia e tutte le altre cose, normali e pazzesche, che abbiamo fatto insieme.
Tante cose belle che sono passate troppo velocemente e che finisco per dimenticare che siano avvenute.
In questo modo mi ricordo che i momenti speciali ci sono stati eccome e anche tanti! Che la fatica, il nervosismo e la rabbia che a volte proviamo affrontando la quotidianità, sono solo la piccola parte di un tutto che è molto, molto di più!
Perché la famiglia è, nonostante tutti i sacrifici che comporta, il luogo in cui vale sempre la pena tornare.
A tutti noi infatti, quando ci viene chiesto di descrivere la nostra famiglia con una parola, viene spontaneo usare parole come “amore”, condivisione”, “calore”, nonostante tutti i momenti no. Questo perchè per quanto possiamo lamentarci della fatica che comporta occuparsi di una famiglia, sulla bilancia gli aspetti positivi sono sempre quelli che pesano di più.
Questo è emerso dalla prima domanda del sondaggio sul tema della famiglia, condotto da Bauli in collaborazione con Fattoremamma.
Abbiamo analizzato i risultati del sondaggio insieme allo psicologo Luca Mazzucchelli, che ha detto una frase che mi ha fatto riflettere molto: “sei vuoi di più, diventa di più”.
Cosa significa?
Significa che quasi nessuno, pensando alla propria vita, è in grado di dire “sono felice così, non ho bisogno di altro”. Al contrario, tutti noi aspiriamo ad un miglioramento e sentiamo che “se avessimo di più” potremmo essere più felici.
Infatti nel sondaggio, alla domanda Che cosa renderebbe migliore la nostra vita in famiglia? Gli intervistati hanno risposto che sarebbero più felici se avessero: più tempo (30%), più denaro a disposizione/maggiore stabilità economica (27%) e un bambino in più o un animale domestico (8%).
Soltanto il 6% ha risposto che tutto è già perfetto così com’è.
Questo da una parte ci fa capire che la nostra natura ci spinge sempre verso un miglioramento, ma dall’altra evidenzia come questo miglioramento sia sempre identificato come qualcosa che viene dall’esterno.
Lo psicologo Mazzucchelli invece ci ha ricordato che sì, le cose possono sempre migliorare, però la vera felicità non può mai venire dall’esterno, ma soltanto da noi stessi e dalla nostra capacità di dare un valore al presente.
Ed io sono completamente d’accordo.
Voglio più tempo da passare con la mia famiglia? Non devo aspettare che qualcun altro mi alleggerisca il carico di lavoro o che tiri fuori del tempo extra dalla sua lampada magica.
Con più soldi si possono fare ed avere più cose, ma non saranno quelle cose a renderci più o meno felici, perchè “alla comodità ci si abitua in fretta” e passata l’euforia iniziale, ci si sentirà presto di nuovo insoddisfatti, se non si ha dentro di sé la capacità di essere felici.
Questo mi ha fatto capire anche che non troverò mai la tranquillità inseguendola e rimandando il momento in cui potrò fermarmi ad assaporarla, perché è una cosa che non dipende da altri, ma solo da me.
È tempo che smetta di inseguire qualcosa di impossibile. La vita continuerà a offrirmi occasioni, sfide, compiti e io non posso evitarlo. Però posso decidere come rispondere, su cosa concentrare la mia attenzione e a cosa dare la priorità.
Per me la priorità è la mia famiglia. Questo non significa rinunciare tutto il resto, ma solo essere realmente presente quando si sta insieme, ritagliarsi dei momenti per vivere il rapporto di coppia (e sì, anche il sesso è un ingrediente importante!), ritrovarsi a tavola la sera, instaurare dei rituali come la favola della buonanotte e lasciarsi andare ad abbracci e baci inaspettati, trovare sempre un’occasione per condividere, giocare e ridere insieme.
Io spero di riuscire a cambiare quella parte di me che mi porta troppo spesso a concentrarmi su cosa devo fare dopo, invece che vivere pienamente il presente.
Nel frattempo continuo a fare foto e a riguardarle dopo un po’, per ricordarmi di tutte le volte in cui ho pensato “non ce la faccio” e poi ce l’ho fatta.
Ps: per ogni sondaggio compilato è stato inoltre donato 1€ a Mission Bambini, onlus che si occupa di sostenere i bambini poveri nel mondo.
*In collaborazione con Bauli*
Brava Silvia! Condivido tanto quello che hai scritto!
Un abbraccio!
la famiglia è fondamentale (nonostante tutto) :-)