La Francia censura lo spot della campagna per la Giornata mondiale sulla sindrome di Down: disturba le coscienze

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Penso che praticamente tutti avrete visto il video “Dear future mom”, il filmato realizzato per la giornata mondiale della sindrome di Down. E’ stato condiviso tantissimo su facebook e tutti i social network, strappando almeno una lacrima a milioni di persone.
Seve lo siete perso, eccolo qui

Personalmente l’ho amato, perché questo è esattamente il modo in cui mi piace che un messaggio venga trasmesso: attraverso la positività!
Mostrando il bene e non il male. Rassicurando e non attaccando.
In questo video non c’è nessun giudizio nei confronti di chi sceglie o ha scelto di non tenere un bambino Down, ma solo una manifestazione della felicità dei bambini che sono venuti al mondo e dei loro genitori.

Un messaggio che può colpire profondamente come può lasciare indifferenti…questo dipende dall’occhio di chi guarda, ma non si può certo negare che alla base ci sia qualcosa di bello.

Eppure la Francia ha deciso di censurare questo video, bloccandone la trasmissione.
Il motivo? «non si può disturbare le coscienze delle donne che nel rispetto della legge hanno fatto scelte diverse di vita personale».

I genitori dei bimbi down però rispondono «Loro proteggono soltanto i genitori che hanno fatto altre scelte. Ma perché non ci permettono di dire che noi stiamo bene?».

“«Noi non vogliamo convincere e tantomeno giudicare nessuno. La campagna, diffusa anche da associazioni laiche, non ha nessuno intento anti abortista – assicura al Corriere Elisa Orlandini, medico del comitato di CoorDown -. Non siamo contrari alla diagnosi prenatale. Anzi, crediamo debba essere sempre più accurata proprio perché le persone abbiamo la possibilità di fare una scelta più libera possibile».

Io non voglio assolutamente esprimermi nel merito della questione aborto/non aborto visto che non è questo il senso della campagna.
Quello che però mi fa riflettere è sempre il solito discorso su cui mi sono ritrovata più volte a sbattere la testa: feriscono di più le manifestazioni di felicità che gli insulti e le cattiverie.
La gente preferisce ricevere un insulto e vedere persone infelici piuttosto che scoprire che qualcuno riesce ad essere felice in contesti e condizioni in cui lui non ci riesce o non ci riuscirebbe!
Forse perché quando si riceve un attacco viene spontaneo mettersi sulla difensiva, mentre di fronte ad un messaggio positivo e alla felicità altrui si resta senza difese…e allora si è costretti a mettersi in discussione…oppure a chiudere gli occhi e fingere che quella felicità non esista.

Ps: Se volete farvi un’altra bella iniezione di positività su questo tema vi consiglio un blog che seguo da anni: Enjoy the small things di Kelle Hampton, che attraverso fotografie meravigliose (se non sapete l’inglese basta anche solo guardare quelle) racconta una vita degna di essere vissuta insieme ai suoi tre figli, tra cui Nella (qui il racconto della sua nascita preparate i fazzoletti)

print10_zps7560c5a3(foto: Kelle Hampton)

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